Adriano Olivetti e le biblioteche – Il 27 febbraio del 1960 moriva improvvisamente a 59 anni Adriano Olivetti. Oggi lo vogliamo ricordare con questo breve scritto che ci ha gentilmente inviato il prof. Carlo Monti.

Il 27 febbraio del 1960 moriva improvvisamente a 59 anni Adriano Olivetti. Oggi lo vogliamo ricordare con questo breve scritto che ci ha gentilmente inviato il prof. Carlo Monti.

Ha scritto Adriano Olivetti: “La civiltà di un popolo si riconosce dal numero, dall’importanza, dall’adeguatezza delle strutture sociali, dalla misura in cui è esaltato e protetto tutto ciò che serve alla cultura”.

Non erano solo parole. A Ivrea si organizza la prima biblioteca di fabbrica. Agli inizi prevalgono le finalità ricreative, poi si aggiungono due sezioni, una culturale e una tecnica. Fra i responsabili si succedono personalità di grande rilievo come Geno Pampaloni. (In biblioteca abbiamo di G.P. il libro Adriano Olivetti un’idea di democrazia). La biblioteca fornisce ampie schede di lettura, acquisisce volumi di elevato valore culturale di autori stranieri ancora poco conosciuti in Italia, nasce un Centro Culturale che offre programmi d’istruzione popolare, corsi di lingue straniere e cicli di conferenze, concerti, mostre d’arte.  Accanto alla sezione tecnica, riservata ai dipendenti, c’è la sezione culturale, aperta ai cittadini, che nei primi anni’60 presenta 20000 volumi, enciclopedie e un’emeroteca con oltre 2000 testate di giornali e riviste. (I dipendenti hanno una lunga pausa pranzo che utilizzano sia per la mensa che per frequentare la biblioteca). Nella sezione divulgativa c’è anche uno spazio per i bambini. Anche le fabbriche di Aglié (Torino) e di Pozzuoli hanno una propria biblioteca. Gli stabilimenti Olivetti si pongono come centri di un sistema culturale aperto al territorio.

Adriano Olivetti in biblioteca
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