Tutte le stelle, quando esauriscono l’idrogeno che utilizzano nelle reazioni di fusione nucleare, diventano giganti rosse, una fase durante la quale aumentano enormemente luminosità e diametro.
Il Sole in quella fase avrà un diametro maggiore dell’orbita della Terra che concluderà così la sua esistenza.
Enrico Fermi sapeva quale sarebbe stato il futuro del sistema solare ed era convinto che se, la nostra civiltà avesse continuato a svilupparsi, essa avrebbe finito con l’acquisire capacità di intraprendere viaggi interstellari.
Era quindi ragionevole ipotizzare che, lo stesso comportamento lo avrebbero avuto le specie “intelligenti” che negli ultimi due miliardi di anni si sono trovate a vivere vicino a stelle che stavano per diventare giganti rosse.
Questa visione di Enrico Fermi suscita tre ipotesi: la prima è che la vita, anche se nasce, non arriva facilmente a forme intelligenti.
La seconda ipotesi è legata alla possibilità di sopravvivere a viaggi che durano secoli con enormi astronavi capaci di trasportare un numero di persone sufficiente a garantire le diversità genetiche dei discendenti.
La terza ipotesi nasce dalla constatazione che quando una specie diventa intelligente acquisisce anche capacità distruttive come, per esempio, una estinzione di massa a causa di guerre nucleari o altre ipotesi, in modo tale da fare regredire la civiltà ad un livello tecnologico insufficiente per intraprendere viaggi interstellari.
Queste ultime situazioni si stanno ora verificando sulla Terra: la risposta alla visione di Fermi potrebbe essere che le specie quando stanno per diventare “intelligenti”, commettono errori così stupidi da dovere restare per sempre sul pianeta in cui si trovano.