La Sala polivalente Don Zeno è destinata ad accogliere le attività collegate alla vita e alle necessità dei nomadelfi: oltre che luogo di culto la sala viene utilizzata per convegni, riunioni, celebrazioni ed venti come le “Serate di Nomadelfia” dei ragazzi e ragazze della comunità.
Il linguaggio architettonico adottato si ricollega alla tradizione, cioè alle strutture circolari o semicircolari non permanenti che, fino a a pochi anni fa, hanno ospitato gli eventi della comunità.
La sala Don Zeno è articolata in due semicerchi, uno ampio e uno più piccolo, collegati da da una parte centrale rettilinea e con due parti laterali: il primo emiciclo ospita le gradinate e l’ingresso mentre il secondo il palco e la sagrestia.
La struttura della sala è in C.A., mentre i tamponamenti sono a cassetta in intonaco bianco e con una copertura lignea che crea un’accogliente atmosfera.
Vicino alla sala polivalente sorge il cimitero e la tomba di Don Zeno, due semicirconferenze collegate da un nucleo centrale, che riprendono le linee morbide e stondate dell’ambiente collinare di Nomadelfia.
Uno dei simboli presenti è “l’albero della vita”, come segno di continua rinascita e di eterno rifiorire: è un segno che ritroviamo nelle finestre, nelle porte, nei cancelli, è un segno che ricorda anche la croce nella sua metafora delle braccia aperte.
Anche il cilindro che ospita la tomba diventa un’altro elemento simbolico come collegamento tra terra e cielo oltre a ricordare la figura del faro: così il simbolo diventa segno progettuale ed elemento unificante dell’intervento.
Gino Daviddi, architetto, dal 1998 collabora con la Comunità di Nomadelfia, progettando numerosi edifici per le esigenze della stessa comunità come il cimitero con la tomba di Don Zeno e la sala polivalente.